“Le donne curvy bloccano e impressionano.”
Mi è capitato di sentirmelo dire di recente, quasi fosse un’ovvietà, come se i corpi (in particolare quelli femminili) avessero il potere di paralizzare il pensiero al punto da oscurare tutto il resto. Una frase che, oltre a essere riduttiva, rivela quanto ancora la nostra cultura fatichi a superare certe gabbie mentali.
Al di là dei gusti personali, che per definizione sono legittimi e variabili, è insensato (e francamente svilente) pensare che un corpo, di qualsiasi taglia o forma, debba essere l’elemento discriminante che determina se ci si avvicina o ci si allontana da una persona. Più grave ancora è l’idea che il “blocco” sia qualcosa di naturale o inevitabile, quasi giustificabile.
Ma facciamo un passo indietro.
Perché una donna curvy dovrebbe “bloccare” qualcuno?
Perché non risponde ai canoni standardizzati, filtrati da decenni di modelli irrealistici e spesso omologanti? Perché un corpo abbondante richiama sensualità e quindi, in chi non sa gestire i propri impulsi o le proprie insicurezze, diventa fonte di disagio?
Se è così, il problema non è il corpo, è la mente di chi guarda.
Ed è qui che la frase diventa ancora più assurda: com’è possibile valutare o, peggio, scartare una donna basandosi solo su ciò che vede il proprio sguardo superficiale? Cosa ne sappiamo del mondo che ha dentro, delle sue idee, della sua forza, della sua ironia, delle sue passioni?
Bloccarci davanti a un corpo è un fallimento di pensiero.
Significa ridurre l’essere umano a una somma di centimetri e curve, ignorando ciò che davvero costruisce il valore di una persona: il carattere, il vissuto, la visione della vita.
E significa anche tradire un grande principio: la bellezza non è mai univoca. È potente proprio perché multiforme, personale, sorprendente. A chi davvero sa vedere, una donna curvy può apparire magnetica, affascinante, sicura. Non un “ostacolo”, ma una presenza viva e autentica.
La verità è che chi si blocca davanti a un corpo probabilmente si bloccherebbe davanti a qualsiasi cosa che esca dai confini rassicuranti delle sue convinzioni.
Non serve cambiare i corpi: serve educare gli sguardi e aprire le menti.
Perché chi riesce ad andare oltre le apparenze spesso scopre che il vero incanto sta proprio in ciò che una donna ha dentro la testa, e non nel numero che porta sui fianchi.
𝑳𝒖𝒊𝒔𝒂 𝑪𝒂𝒔𝒂𝒈𝒓𝒂𝒏𝒅𝒆 | 𝑩𝒖𝒔𝒊𝒏𝒆𝒔𝒔 𝑬𝒙𝒆𝒄𝒖𝒕𝒊𝒗𝒆 | 𝑫𝒆𝒗𝒆𝒍𝒐𝒑𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍 𝑺𝒆𝒏𝒊𝒐𝒓 𝑴𝒆𝒏𝒕𝒐𝒓 | 𝑻𝒆𝒆𝒏 𝑴𝒊𝒏𝒅𝒔𝒆𝒕 𝑪𝒐𝒂𝒄𝒉 | 𝑫𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊𝒕𝒚 𝑻𝒓𝒂𝒊𝒏𝒆𝒓 | Autrice di “𝗘𝗱𝘂𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 – 𝗨𝗻𝗮 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶”