Una delle cose che più mi affascinano nel mio lavoro di Mentoring è affrontare il lato oscuro di ognuno di noi.
Spesso, nella vita quotidiana, tendiamo a nascondere o reprimere quelle parti di noi che riteniamo “sbagliate”, “inadeguate” o addirittura “pericolose”. Emozioni come la rabbia, l’invidia, la paura, la vergogna… lati che la società ci ha insegnato a considerare negativi e da evitare a tutti i costi.
Ma la verità, quella profonda, autentica e trasformativa, è che proprio in quel lato oscuro si nasconde una forza incredibile. Non è un lavoro facile, certo. Guardare dentro le proprie ferite richiede coraggio. Accompagnare qualcuno in quel viaggio richiede rispetto, presenza e grande sensibilità. Ma è proprio lì, in quell’ombra, che nasce la vera trasformazione.
Amo lavorare con il lato oscuro perché lì risiede il potenziale inespresso. Ogni emozione “scomoda” racconta una storia che chiede di essere ascoltata. Ogni blocco nasconde una risorsa imprigionata. Quando una persona trova il coraggio di guardare se stessa negli occhi, senza filtri né maschere, qualcosa cambia: si libera spazio. Spazio per la verità, per la guarigione, per l’integrazione.
Il lavoro interiore non è un’operazione estetica, non è un mettere a posto ciò che appare rotto. È un atto sacro di riconciliazione con se stessi. È comprendere che non esistono “parti sbagliate”, ma solo parti dimenticate, rifiutate, che chiedono amore e comprensione.
Cosa significa lavorare con il lato oscuro?
Lavorare con l’ombra non è un esercizio mentale. È un viaggio nell’invisibile, un cammino interiore che conduce negli angoli dimenticati della tua anima. Lì, in quei luoghi nascosti, ti aspettano le tue paure più profonde, i desideri che hai imparato a reprimere, le verità che una volta ti facevano troppo male per essere guardate in faccia.
Queste ombre non nascono per caso. Prendono forma attraverso la vergogna, la paura, le aspettative degli altri che hai fatto tue senza accorgertene. Ogni volta che hai dovuto “essere forte”, ogni volta che ti sei detto “non devo sentire questo”, hai sepolto un pezzo di te. Ma quei frammenti non spariscono: restano lì, in attesa. Non per punirti, ma per essere finalmente ascoltati.
Lavorare con l’ombra non è un atto di distruzione. Non si tratta di eliminare l’oscurità, ma di abbracciarla. Di riconoscerla come parte di te. Perché solo ciò che viene accolto può essere trasformato. Incontrare la tua ombra significa smettere di fuggire da ciò che sei stato, e iniziare a dialogare con ciò che sei davvero.
In quel dialogo, scopri risorse insospettate. La rabbia repressa diventa forza creativa. La paura si trasforma in bussola. Il dolore si rivela portatore di verità. È in questo spazio che nasce la guarigione. Ed è da lì che sorge una nuova forma di potere: quella che non si fonda sul controllo, ma sull’integrazione.
Perché la luce che cerchi non è qualcosa da raggiungere fuori di te. Inizia esattamente dove finisce l’oscurità. Lì, nell’intimità con la tua ombra, nasce la possibilità più vera: essere finalmente completo.
La trasformazione autentica inizia da dentro. Non arriva dal cambiare ciò che ci circonda, ma dall’accogliere ciò che siamo, nella nostra interezza. E questo include l’ombra.
Lavorare con il lato oscuro è potente perché restituisce alle persone la libertà. La libertà di non dover più fingere. La libertà di essere umani. La libertà di trasformare ciò che faceva paura in un alleato. Ed è proprio in quel momento che accade la magia: il buio diventa luce, e ciò che era un limite si trasforma in forza.
Per questo amo profondamente il mio lavoro. Perché ogni ombra che viene accolta è un passo verso la verità. E ogni verità accettata è un seme di rinascita.
𝑳𝒖𝒊𝒔𝒂 𝑪𝒂𝒔𝒂𝒈𝒓𝒂𝒏𝒅𝒆 | 𝑩𝒖𝒔𝒊𝒏𝒆𝒔𝒔 𝑬𝒙𝒆𝒄𝒖𝒕𝒊𝒗𝒆 | 𝑫𝒆𝒗𝒆𝒍𝒐𝒑𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍 𝑺𝒆𝒏𝒊𝒐𝒓 𝑴𝒆𝒏𝒕𝒐𝒓 | 𝑻𝒆𝒆𝒏 𝑴𝒊𝒏𝒅𝒔𝒆𝒕 𝑪𝒐𝒂𝒄𝒉 | 𝑫𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊𝒕𝒚 𝑻𝒓𝒂𝒊𝒏𝒆𝒓 | Autrice di “𝗘𝗱𝘂𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮̀ 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 – 𝗨𝗻𝗮 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗿𝗲𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗲 𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶”